giovedì 21 agosto 2014

Mont Voghel

Regaz presenti: Franco

Partiti agguerritissimi per la traversata Mont Voghel - Becca di Vlou - Becca Torché, ci mettiamo 6 ore ad arrivare in cima al primo. L'ora tarda ci obbliga a scendere.
Torneremo, adesso che abbiamo capito dove va presa la cresta nord per risparmiarsi un paio d'ore di sfasciumi e andare direttamente alla parte interessante.
Il sentiero si perde prima di arrivare al colle di Chasten, dopo le prime due ore è tutto lasciato all'immaginazione!


















Attenzione, la strada del vallone di Chasten è chiusa al traffico!

Relazione:
Per una relazione (trattasi di tre o quattro frasi sibilline), si consiglia:

1)Gino Buscaini, "Monte Rosa", Collana Guida ai Monti d'Italia, a cura di Cai/Touring.
2)Giorgio Merlo, "Alpinismo ed escursionismo in Val D'ayas".
Difficoltà e materiale utilizzato:
Fino al III+, abbiamo portato uno spezzone da 40 metri di una mezza, tre friends e tre nuts, tutto medio-piccolo.

martedì 19 agosto 2014

Tour dei Regaz parte 2 - The trad hunters (Valle dell'Orco)

Regaz presenti: Franco, Giggi, Filo

Dopo aver passato i 3-4 giorni precedenti in dolomiti, diamo uno sguardo veloce al meteo, già sapendo che farà schifo dappertutto, e optiamo per andare a dormire in tenda al celeberrimo camping all'ombra del Sergent, tanto lì alla fine ci basta una mezza giornata per scalare. 
Arriviamo nel primo pomeriggio e subito andiamo a visitare il Dado, un settore a noi completamente nuovo dove andiamo subito a provare Cochise (L1 5c, un passo per arrivare alla sosta 2 che sarà di 6c/6c+, L2 6b; suggerimento mio è di andare diretti al secondo tiro che è decisamente più bello, come si può vedere dalle foto). Finito con queste andiamo a cercare la famosa fessura sitting bull che da come come ci era stato detto si trovava molto vicina. Dopo aver vagato per una buona mezzora nel bosco non troviamo nulla, quindi, molto affamati, ci dirigiamo verso il camping per preparaci una pasta e berci una buona birretta in compagnia. 
Quella sera, sotto una tettoia con altri climbers, decidiamo il da farsi per il giorno successivo, e trattandosi di una delle giornate migliori, optiamo per andare a scalare la mattina e il pomeriggio tardo partire per andare a dormire all'alpe Loserai di sopra, sotto al Courmaon, per fare poi la cresta est (via Gervasutti). 

Giorno 2: la prima via che decidiamo di attaccare è l'orecchio del pachiderma, bellissima via con una fessura di 6b con incastri di mano al secondo tiro, e il primo tiro molto estetico di 6a con un bel traversino prima di un bel camino. Gigi attacca il primo tiro e esce abbastanza in scioltezza, dimostrando una buona forma; Francone invece attacca il secondo, e anche lui se la cava egregiamente. Filo invece prende gli schiaffi a due mani in fessura e di conseguenza si ferma dopo il primo tiro e aspetta gli altri che dopo 10 minuti si calano. 
Avendo le mani segnate dagli incastri e molto doloranti, decidiamo di attaccare una bella via facile, interamente in placca. Arrivati sotto al Sergent ci dirigiamo verso l'apparizione del cristo verde, via che presenta (tra le altre) una placca di 6b in aderenza splendida.
Attacchiamo il primo tiro, che ci sembra molto più facile di quello che abbiamo letto (5b sulla relazione di gulliver) e procediamo quindi spediti fino ad arrivare al tiro chiave. Finalmente arriviamo alla placca molto bella del 4° tiro che presenta una facile fessura iniziale che si supera facilmente poi si deve tirar su dritto per la placca, da arrampicare interamente in aderenza con i piedi sul granito arancione. 

Arrivati in cima alla placca proseguiamo per un altro tiro di quarto che però ci annoia e guardando su non ci sembra di vedere nulla di meglio; decidiamo quindi di buttar giù le doppie e fare un po di spesa per la notte fuori che stiamo per passare. 
Alle 6 di sera, con gli zaini belli carichi, ci incamminiamo verso l'alpe loserai in cerca di una casetta diroccata dove poter passare la notte. Arriviamo all'alpe verso le 8 di sera e con l'ultima luce troviamo quattro muretti di quella che un tempo era un'abitazione e decidiamo di passare lì la notte, almeno siamo abbastanza protetti dal vento. 

Giorno 3: Ci svegliamo con le prime luci dell'alba, molto infreddoliti e bagnati a causa della forte umidità, ma con una giornata splendida ad aspettarci. Ci tiriamo su a fatica e, ancora nei sacchi a pelo, facciamo colazione con i flauti di mulino bianco anche se a quest'ora non abbiamo tantissima fame. 
Non appena il sole comincia a colorare di arancione la cresta, ci incamminiamo verso il vallone del roc da dove poi si vede l'attacco della cresta. Proseguiamo lungo una lunghissima pietraia che ci porta verso quello che franco considera l'attacco. Cominciamo a camminare lungo il filo di cresta su roccia marcia e poco sicura, e non appena l'esposizione diventa un problema, ci leghiamo e proseguiamo con una conserva lunga. Arrivati sotto al triangolo attacchiamo la via, e subito ci accorgiamo che la roccia diventa più solida e l'arrampicata si fa divertente. 
Franco sale da primo i primi tiri (quelli un po più duri ma anche i più belli) e come al solito fa sembrare tutto facile. l'arrampicata è davvero splendida seguendo evidenti diedri fessurati su roccia ottima. Sembra davvero di essere fuori dal mondo, sopratutto quando si scalano fessure a incastro di 6a molto esposte, su granito quasi giallo. Davvero incredibile. 
Finiti i tiri duri, si prosegue sul filo di cresta superando ogni tanto facili salti di roccia finché non arriviamo nei pressi di una bellissima fessura che sembra bella ma non troppo facile. Sopratutto sembra non essere stata toccata da molto tempo, essendoci molti licheni e non trovando riscontri nelle relazioni che abbiamo. Dopo qualche discussione Gigi si avventura in questa ignota fessura (che in seguito chiameremo amichevolmente GIGGI MASTER, richiamando la famosa Jedi Master qualche migliaio di metri più in basso). La fessura si rivela una splendida sorpresa, non troppo dura ma neanche banale con (5c/6a). Finito questo tiro ci troviamo sull'anti cima del Courmaon sulla quale mangiamo e ci rifocilliamo. Essendo un po tardi decidiamo di non andare in cima (la scalata non presenta nulla di interessante se non sfasciumi e roccia marcia), e scendiamo lungo la cresta sulla sinistra fino ad arrivare vicino ad un canalone. Scendiamo sulla destra di questo colatoio e davanti a noi non vediamo altro che pietraie. Metri, se non chilometri di pietraie. Una visione che ci fa scendere il morale sotto terra. 
Dopo un paio d'ore arriviamo al nostro bivacco, raccattiamo tutto e scendiamo verso la macchina, sognando il pasto caldo che ci aspetta a Milano.  



Gidi e franz su cochise













Gidi su GIGGI MASTER





Franco su orecchio del pachiderma




franco su apparizione del cristo verde


gigi sulla placca di 6b


in partenza per il courmaon




il nostro super bivacco




cresta est del courmaon baciata dal sole

filo (il fotografo) a fare colazione



L'evidente triangolo sulla sinistra 

"l'attacco" secondo franco

franco sul primo tiro



franco su uno dei primi tiri bellissimi 






franco sul tiro di 6a



arrivati sulla cresta incominciano una serie di tiri facili

franco su giggi master