venerdì 11 luglio 2014

Caporal - Itaca nel sole + tempi moderni

Regaz presenti: Gidi e Filo

Partenza da Milano la mattina alle 7 con filo che ha dormito bene bene e si mette al volante, e gidi (che la sera prima era a una grigliata finita alle 3) si mette a dormire. 
Lasciamo la macchina fuori dalla galleria proprio sotto il Caporal che si erge maestoso sopra di noi. Distribuiamo materiale e corde e ci avviamo verso l'attacco, chi bello fresco e chi un po' appesantito dalla birra e le salamelle della sera prima. 
La via è a dir poco spettacolare per i primi 3 tiri, dopo di che diventa meno divertente, notevolmente più fisica e anche più difficile tecnicamente. Gidi se la cava egregiamente nonostante tutto e filo come al solito scatta foto e fa video al posto che fare sicura. Finiamo la giornata mangiando un boccone e inevitabilmente andiamo a provare la kosterlitz, un classicone della della valle dell'Orco. 
Giornata impegnativa ma sicuramente gratificante. 

Relazione

Avvicinamento: da quando si lascia la macchina proseguire lungo un sentiero che va verso il Caporal e proseguire lungo una pietraia seguendo alcuni ometti tenendosi leggermente sulla destra. 

Attacco: vedere la foto


Materiale utilizzatoserie di friend fino al 3 BD, 8-10 rinvii, 2 mezze corde da 60 m.

Tutte le soste sono attrezzate a spit e si possono anche trovare vari chiodi lungo la via.

L1 (V-;VI-): salire sulla sinsitra, traversare con un passaggino delicato e salire sulla destra sfruttando delle belle lame per le mani. passaggio non troppo difficile e di soddisfazione. Attenzione che la sosta si trova appena usciti sulla destra. 
L2 (V-;VI+): seguire la perfetta lama fino a che non finisce (V-) dopo di che proseguire su una fessura più in alto leggermente più stretta e verticale (6a). Forse il tiro più bello della via. 
L3 (6a;6c A0): seguire la fessura che parte subito sopra la sosta (6a con qualche chiodo) molto fisica ma fattibile, e sbucare in una bellissima placca attrezzata a spit (6b+/6c A0. Sostare su una comoda cengia. 
L4 (VI-;V-): da qui abbiamo anche sbagliato probabilmente. Comunque partire su una bella fessura verticale con un friend incastrato alla base, poi traversare sulla sinistra su comode cenge (attenzione a non salire troppo),salire e spostarsi leggermente sulla destra e sostare appena prima di una fessura di 3 o 4 movimenti molto fisica con 2 chiodi. 
L5 (6b): qua abbiamo fatto un tiro (probabilmente sbagliato) per la breve fessura descritta sopra e abbiamo sostato appena dopo, si può facilmente concatenare con la lunghezza successiva. 
L6 (VI+): seguire il diedro verso destra fin quando possibile, poi spostarsi leggermente a sinistra lungo una fessura e sostare appena sopra. 
L7 (VI+; VIII- oppure A1); III): salire sulla bella placca sopra la sosta puntando leggermente a destra verso il tettino (VI+, 2 spit), superare il tetto seguendo i chiodi (VIII-) e sbucare su una placca appoggiata. Proseguire fino ad un albero dietro il quale si trova la comoda sosta. 


Foto (scattate ovviamente da Filippo)
L2 la stupenda lama da seguire

gidi e filo in sosta (selfie d'ordinanza)





la placca del terzo tiro








sabato 5 luglio 2014

Mont Nery - cresta Nord

Regaz presenti: Filo, Franco

Con il meteo incerto e Filo alla guida della subaru risaliamo la sterrata che parte da Graines, nel cuore un po’ di tristezza per non essere a Forte. Nello zaino, oltre alla macchina fotografica, non abbiamo questa volta dimenticato i fazzoletti, per ovviare ai nasi più tappati e agli intestini meno tappati.
Superato il lago di Frudière e giunti quasi all’omonimo passo, lasciamo il sentiero, risaliamo per prati e detriti verso l’evidente crestone. La roccia è meglio di quanto ci si aspetterebbe in Val d’Ayas!
Argomenti all’ordine del giorno:
1) estate 2014: Forte o Capri?
2) estate 2014, reggiseni sportivi, sì o no?
3) Balotelli: capro espiatorio o prova vivente della degenerazione del calcio italiano?
4) Ma l’acqua, quando bolle, perché fa le bolle?
5) La canzone dell’estate??
E così fra alterne vicende dialettiche scendiamo a scivoloni per i nevai della normale per tuffarci nel lago, chi nudo, chi vestito, chi non tuffandosi proprio.

Foto:











Relazione

Accesso stradale:
Da Verres (AO) imboccare la strada della val d'Ayas, direzione Champoluc. Poco dopo la frazione di Arcesaz, prendere sulla destra il bivio per Graines. Superare l'omonimo castello e la frazione, imboccare una strada sterrata e parcheggiare in corrispondenza del cartello di divieto di transito.

Avvicinamento: Inizialmente si cammina ancora sulla sterrata. Nei pressi di un ponte si passa sul sentiero/sterrata in costruzione, sulla destra idrografica del fiume fino all'Alpe Frudiera. Seguire le indicazioni per Passo/Lago di Frudiera/Frudière. Attraversare con qualche difficoltà una grossa frana recente.
Giunti al Lago di Frudiera, il sentiero per il passo compie un ampio giro verso destra costeggiando la riva, superando alcuni ruderi di malghe. Poco prima di raggiungere il Passo di Frudiera si lascia il sentiero diregendosi nettamente a destra in direzione sud. Da questo punto in circa 40 minuti si arriva all'attacco per prati e ghiaioni, puntando senza percorso obbligato all'evidente crestone Nord che scende dalla cima del Mont Nery (foto1).

Attacco: in corrispondenza di una evidente cengia obliqua, che si percorre tutta verso sinistra fino al filo di cresta (foto2).

Materiale utilizzato: Abbiamo percorso la cresta slegati. Nello zaino avevamo una mezza corda da 60 m., 3 friend, e qualche fettuccia per le evenienze.

La cresta: si percorre senza itinerario obbligato, sempre sul filo, spostandosi eventualmente sul versante di Gressoney per cenge detritiche, stando però attenti a non allontanarsi mai più di 20 m dal filo di cresta, l'unico punto dove la roccia si mantiene buona. Abbiamo trovato un chiodo con cordino bianco e nient'altro. Secondo la bibbia grigia del Buscaini, la cresta ha uno sviluppo di 1400 m e difficoltà di PD+, con passaggi fino al III+. L'unico punto delicato è un gendarme che obbliga ad una breve discesina abbastanza esposta fino ad un intaglio sul filo di cresta. Nella parte finale si raggiunge una conca nevosa dalla quale è ben visibile la cima. Si prosegue sulla cresta di destra fino all'anticima, dalla quale si segue la cresta ovest fino in vetta con passaggi di II.

Discesa: si segue a ritroso la cresta ovest fino all'anticima e ancora verso ovest fino ad un intaglio da cui, per detriti (delicato) si raggiunge il pendio nevoso sottostante. Da qui si punta al Passo di Frudiera recuperando il sentiero.

Tempistiche: 3.30 per l'avvicinamento. 3 ore per la cresta (molto di più se sì è legati). 2.45 per la discesa.

Cartografia: IGC 9 Ivrea, Biella e Bassa Valle d'Aosta

Bibliografia:
1)Gino Buscaini, "Monte Rosa", Collana Guida ai Monti d'Italia, a cura di Cai/Touring. Itinerario 115d, discesa per l'itinerario 115b.
2)Giorgio Merlo, "Alpinismo ed escursionismo in Val D'ayas".

Foto by Franco e Filo (cate poverina non è capace!!)

giovedì 3 luglio 2014

Sergent - Nautilus

Partiti con l’idea di fare il Diedro Nanchez, arriviamo all’attacco ed è tutto fradicio (in effetti si poteva anche prevedere, viste le piogge dei giorni scorsi…).
Optiamo per il sempreverde Nautilus, che oltre ad essere asciutto è anche un po’ più facile.
La giornata è calda ma per fortuna tira un po’ d’aria.
Abbiamo notato qualche spit senza placchetta sui tiri…triste notare come ci si ostini a voler spittare una via come questa…
La giornata si conclude con una gran dormita nella paglia e un giro di Franco sulla Fessure du Panetton…tanti schiaffi su questo bel 6c di incastro.
Selfie e birra per condire il tutto!


Regaz presenti: Franco, Filo
Avvicinamento: da Noasca proseguire sulla statale in direzione di Ceresole, imboccare la lunghissima galleria in salita e seguirla fino al suo termine. Appena usciti dalla galleria svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per il campeggio e la pesca sportiva. Superare il campeggio e continuare fino a che la strada non è interrotta da un cartello divieto di transito (è la vecchia strada del passo del Nivolet, ormai in disuso dopo la costruzione della galleria). Parcheggiare. Continuare a piedi lungo la strada per qualche metro, fino ad una traccia (ometto) che parte a sinistra e si inerpica per il bosco. Seguire la traccia e i numerosi ometti fino ad attraversare una pietraia. Traversare a destra su di essa fino ad arrivare alla parte destra del Sergent.
Attacco: in corrispondenza di una grossa lama staccata.
Materiale utilizzato: serie di friend fino al 3 BD, 6 rinvii, 2 mezze corde da 60 m.

Rispetto alle relazioni classiche (ad esempio quella di Rock Paradise) abbiamo unito qualche tiro. Di seguito la nostra descrizione


L1 (VI-, 20 m): Salire la fessura a sinistra della grossa lama staccata, continuare su cengia erbosa verso sinistra fino alla sosta, due spit da collegare.
L2 (IV, V-, 30 m.): Proseguire nel diedro erboso sopra la sosta (1 chiodo). Alla fine il diedro si fa più verticale e inciso in mezzo da un fessurino. Con qualche passaggio un po’ più impegnativo si arriva in sosta, due spit da collegare.
L3 (VI, IV, 30 m.): Non abbiamo salito il famoso camino del tracciato originale della via, ma abbiamo optato per la fessura di destra. Salire la fessura (1 chiodo), ben proteggibile con friend medio-piccoli. Al suo termine sostarsi leggermente a sinistra per rinviare un chiodo. Consiglio, se non si è in tre, usare una mezza per la fessura e l’altra dal chiodo in avanti. Evitare una sosta a spit per risalire verso destra il fondo di un diedro canale, su terreno ora nettamente più facile. Sosta in cima sul larice, cordoni con maglia rapida.

A questo punto si tolgono le scarpette e si cammina per cinque minuti verso destra seguendo le tracce di sentiero, fino a un gruppetto di larici, poco dopo il quale si trova l’attacco. FOTO

L4 (IV, V 35 m.): attaccare presso una rampa erbosa che con un percorso a zig zag permettere di affrontare uno strapiombino che dà accesso alla soprastante placca. Superare la placca obliquando verso sinistra, girare oltre uno spigolino e risalire un diedro fino alla sosta, due spit da collegare.

L5 (VI, 40 m.): Salire il diedro soprastante, bellissimo, presenti un chiodo e un friend incastrato. Obliquare a destra fino ad un alberello, rinviarlo (cordone) e proseguire per una bellissima fessura ad incastro, presente un friend incastrato (possibilità di sosta intermedia in placca a sinistra). Riportarsi a destra  per risalire un diedro fessura al termine del quale si può rinviare un cordone. Uscire e puntare a sinistra verso il grosso larice, superarlo e puntare ad una sosta in placca, due spit già collegati con maglia rapida.
Da qui ci siamo calati, volendo si può proseguire per un breve tiro in fessura di 10 metri.
Attenzione, per questo tiro è bene giocarsi molto bene lo sfalsamento delle mezze, onde evitare attriti eccessivi.

Discesa:  Dall’ultima sosta una breve doppia tendente a destra porta ad una sosta in placca, due spit con anello di calata, della via Jedi Master. Da essa con una doppia di 50 m. molto esposta si arriva a terra. Seguire le tracce a piedi, tenere la destra (non scendere a sinistra verso l’uscita dei primi tre tiri del Nautilus). Scegliere uno dei tre ancoraggi presenti nella zona di un pulpito che da sul monotiro Elisir d’incastro. Una doppia di 40 m nel vuoto arriva a terra. Seguendo le traccie in discesa, tenendo la sinistra si arriva all’attacco del Nautilus, tenendo la destra ci si ricongiunge invece al sentiero che arriva dal parcheggio.

Foto:
Attacco

Preparazione materiale

Quarto tiro

Ultima doppia

Ultima doppia