domenica 28 settembre 2014

Arête du Diable - Mont Blanc du Tacul

Regaz presenti: Filo
Altri componenti: Marco Zaninetti
fotografie: Filo e Marco Zaninetti

"Battesimo con stile" [cit. membro della cordata dietro di noi]

Giorno 1, ore 5.15: è sabato mattina e ancora mezzo addormentato butto zaino e scarponi in macchina e, dopo un caffè, mi avvio verso Pont Saint Martin dove è previsto l'appuntamento con Marchino. Direzione Courmayeur, precisamente Rifugio Torino. Per me è la prima volta sul Bianco e di certo sarà difficile da dimenticare, un posto assolutamente incredibile. 
Dopo aver preso la prima funivia e mollate un paio di cose al Torino, ci avviamo verso la cresta sud ovest dell'Aiguille d'Entreves, un facile riscaldamento in vista della difficile ascensione in programma per il giorno successivo. 
Commenti sulla cresta: facile e sempre piacevole, in alcuni punti anche aerea con un solo passo di IV, poco dislivello e ottima per chi si avvicina per la prima volta alle creste. 
Per l'ora di pranzo siamo già tornati in rifugio e dopo un bel piatto di spaghetti ci facciamo una meritata pennichella.  

Giorno 2, ore 2.00: sì, proprio le 2 di notte in cui la maggior parte di voi era con gli amici a bere una cosa oppure era in coda davanti alla discoteca, pronto a far serata come si deve. 
Marco ed io consumiamo la colazione e prima di accorgermene siamo già sul ghiacciaio in piena notte, immersi nella nostra bolla di luce e guardando ogni tanto le decine di puntini bianchi diretti alle centinaia di vie che ci sono su questo versante del Bianco. Procediamo così, in modalità automatica, fino ad arrivare alla base del canale, dove tiriamo fuori ramponi e piccozze e cominciamo a salire. 
Sono ormai più o meno le 6 quando con la testa sbuco fuori dalla cornice che ci sovrastava fino a qualche minuto prima, e di fronte a me si stagliano il Dente del Gigante e le Grand Jorasses non ancora illuminati dalla luce dell'alba, ma con dei colori di sottofondo che mi ricordano il vecchio logo Patagonia. 
Sostiamo su un terrazzino mangiando del cioccolato e godendoci lo spettacolo e nel frattempo aspettiamo anche che le prime luci scaldino la roccia in modo da non dover tenere i guanti per scalare. 
Quando finalmente la roccia sembra calda attacchiamo il primo tiro con un passaggino da affrontare completamente a freddo che mi crea qualche problemino. 
Nonostante ciò la via procede bene e nel frattempo ci hanno raggiunto 2 militari che hanno approfittato del weekend libero per andare anche loro a fare la traversata. 
Arriviamo in cima verso mezzogiorno e mezza se non ricordo male,io parecchio affaticato (sopratutto a causa della quota, essendo la prima volta dell'anno che salivo sopra i 4000) e Marco invece in forma come al solito (nonostante abbia fatto tutta la via da primo). Scendiamo in fretta perché non vogliamo assolutamente perdere la funivia in discesa che ci riporterà a Chamonix. Nonostante le difficoltà tecniche siano terminate, gli ultimi 200 metri che ci separano dall'Aiguille du Midi si rivelano i più ostici (avendo anche sulle gambe circa 11 ore di arrampicata/cammino) e ci prosciugano definitivamente le ultime forze rimaste. 
Infine però riusciamo verso le 4 a prendere la funivia e concederci un meritato riposo. 

Commenti alla traversata: Cresta molto aerea con passaggi delicati tra una punta e l'altra a causa dell'elevata esposizione. Arrampicata mai troppo difficile (non si supera il V grado), se però si aggiunge l'Isolèe (che noi abbiamo saltato) è un altro discorso. 
Ambienti da sogno, granito incredibile su cui è davvero un piacere scalare. Senza dubbio una delle più belle arrampicate che ho fatto. Bisogna infine stare molto attenti alla durata della via, perché è davvero lunga e bisogna stare concentrati tutto il tempo, sforzo non banale soprattutto per il primo di cordata (grazie Marco!!!!).

Un grandissimo ringraziamento va a Marchino, con il quale è sempre un piacere scalare!












































Nessun commento:

Posta un commento