Regaz presenti: Franco
Altri righiniani: Marcello Manuel Alessandro Federico
Fotografa ufficiale: Cate
Highlights:
Tempistiche (usata la relazione di on ice):
Altri righiniani: Marcello Manuel Alessandro Federico
Fotografa ufficiale: Cate
Highlights:
Venerdì sera: scopriamo (grazie a Santa Astrid) che abbiamo male interpretato una mail in tedesco, oltre che sbagliato la data della prenotazione. La Boval è piena. Finiremo per dormire un tenda lì di fianco. A breve visita per l'alzaihemer...
Sabato, ore 15.
Fede scopre di aver dimenticato gli scarponi. Sale comunque con noi a dormire in tenda, ma non farà la via.
Alla stampa dichiarerà "ma io li avevo messi in macchina".
Domenica: sveglia ore 4.30, partenza un'ora dopo. La prima cordata, composta da Manuel, Caterina e Francesco, arriva in cima a mezzogiorno e mezza.
Alessandro e Marcello circa tre quarti d'ora dopo, assetati come tuareg, rossi di vergogna per essere stati superati in via da una cordata interamente femminile partita in giornata dal Morterasch.
Inserita la modalità "dead man walking" la discesa si svolge senza incidenti. Giungiamo alla Boval appena in tempo per evitare che Federico prosciughi il suo conto in banca in birre.
Fede scopre di aver dimenticato gli scarponi. Sale comunque con noi a dormire in tenda, ma non farà la via.
Alla stampa dichiarerà "ma io li avevo messi in macchina".
Domenica: sveglia ore 4.30, partenza un'ora dopo. La prima cordata, composta da Manuel, Caterina e Francesco, arriva in cima a mezzogiorno e mezza.
Alessandro e Marcello circa tre quarti d'ora dopo, assetati come tuareg, rossi di vergogna per essere stati superati in via da una cordata interamente femminile partita in giornata dal Morterasch.
Inserita la modalità "dead man walking" la discesa si svolge senza incidenti. Giungiamo alla Boval appena in tempo per evitare che Federico prosciughi il suo conto in banca in birre.
Tempistiche (usata la relazione di on ice):
1.45 h dal
parcheggio del morteratsch alla chamanna boval
1.45 h dalle
tende alla forcella dove attacca la cresta (inizio del secondo gradino)
5h la cresta
complessivamente
Ricostruzione dei
fatti ad opera di Sherlock Kate:
alle 5.20 a.m.
partiamo dalle tende, camminiamo vs sud finché non becchiamo la traccia di
sentiero (ometti) che abbandoniamo dopo mezz’oretta di cengia ascendente a sinsitra; a quel punto seguiamo per la pietraia tendendo a destra.
Decidiamo di
saltare il primo gradino e passare a destra del risalto roccioso (a sinistra
della lingua del ghiacciaio).
C’è un primo
mini-nevaio che passiamo senza ramponi. Poi arriviamo al nevaio a sinistra
del Vadret Boval Dadeins.
Ci mettiamo i
ramponi e risaliamo fino alla forcella dove si raggiunge la cresta.
Il primo risalto lo facciamo slegati.
Poi altra parte
su neve(foto), alla fine della quale ci leghiamo.
Da lì: prima parte
scialla fino ad un gendarme che obbliga a discesa nel canalino (cioè non saliamo sul gendarme, ma lo
aggiriamo sulla sinistra scendendo in un canale).
Poi la cresta
continua un po’ più impegnativa (mai comunque sopra il III secondo me, ma non
è che sia molto sensibile sui gradi).
Ci si mantiene
sempre sul filo di cresta, a volte piegando sul versante destro dove si trovano
passaggi più semplici, ma sporchi di neve perché esposti a nord.
L’ultimo gradino,
nonostante lo sviluppo ridotto, ci ha preso un paio d’ore.
compliments, anche a Federico per la memoria (capita, io dimenticai le corde per il Monte Bianco...). Foto di vetta?
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